Non piangere, Red Flare | Audio-lettura



L'azzurro del cielo mi graffia l'anima.
È come se passato e presente si sovrapponessero, unendo sorpresa, gioia, dolore. Quello che ricordo sono le profondità del mare. Quello che sto guardando è un cielo in tempesta. Un cielo che mi artiglia la gola, ricordandomi chi sono. Il cielo più bello che io abbia mai visto in tutta la vita...
Ma non ho scampo, non c'è libertà per quelle come me. L'immagine di Liam mi copre la visuale, come se qualcuno spingesse l'ingrandimento di una vecchia foto nel mio campo visivo. Vedo il mare che incombe sul cielo, schiacciandolo, facendolo affogare nel silenzio.
No... Ti prego, lascialo andare.
Non appena Charles gira la testa, mi accorgo di aver smesso di respirare da un po' e riprendo fiato, ansimando. So cosa sta provando, perché è la stessa cosa che provo anche io. Vorrei raggiungerlo, sfiorargli il viso, sussurrargli che non è colpa sua, che sono io la responsabile, che non faccio altro che distruggere tutto quello che tocco. Ma il mio corpo non si muove.
Nei suoi occhi leggo la verità. Ho paura. Ho tanta paura...
Mi avvicino a lui, con le mani che bruciano, illuminando la notte. Voglio ucciderlo, voglio che smetta di farmi sentire così... fragile. Io non sono debole. Io sono il fuoco. E il fuoco distrugge. Il fuoco riduce in cenere ogni cosa.
Sono a pochi passi, allungo una mano davanti il volto, chiudo gli occhi, libero il potere... e poi lo sento.
Non piangere, Red Flare. Non piangere. Red Flare.
Quella voce risuona nella mia testa, rassicurante, dolce, come un soffio di vento. Il cuore trema al cospetto di una purezza tanto vivida, di una forza che sovrasta la mia con una semplicità che mi toglie il respiro.
Riapro gli occhi e il suo sguardo mi incatena di nuovo. Lo vedo attraverso le fiamme, attraverso il mio odio. E tutto si ferma. Il fuoco si affievolisce, piano, fino a scomparire. Ora non c'è niente a proteggermi da quegli occhi, da quell'accecante azzurro che mi scruta con dolcezza.
Non guardami così. Non lasciare che ti faccia ancora del male.
Cado in ginocchio, le lacrime mi offuscano la vista. Non vedo più nulla, non sento più nulla. A parte lui. Quel ragazzo che sta graffiando mortalmente il mio petto, che mi uccide per il solo fatto di essere vivo. Vorrei stringermi a lui, vorrei scomparire in quel cielo dove tutto è luminoso, e bello. E non c'è morte. Vorrei poter ricominciare da capo, girare l'angolo e incontrarlo per la prima volta. E sorridergli, lasciando che l'azzurro cancelli il mio peccato.
Lentamente, alzo la testa. Ho bisogno che mi legga dentro ancora una volta, che mi porti via da lì.
Non riesco a capire perché stia succedendo tutto questo. Non merito di essere aiutata. Non merito di essere amata. Non più. Eppure non riesco ad allontanarlo, tutto mi spinge verso di lui, come se il mio destino dipendesse da un suo tocco, da una sua parola, da un suo respiro.
Charles, aiutami. Charles...

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Una delle cose su cui mi piace di più lavorare sono le audio-letture, e chi mi segue già da un po' lo sa bene. Adoro entrare nella storia così tanto da venirne risucchiata, mentre mi perdo nell'interpretazione. In quei momenti, Abigail è un po' me ed io sono un po' lei. Insieme agli altri personaggi. Dare voce ad ognuno di loro, oltre la carta, oltre le parole scritte, è un'emozione che mi gonfia il cuore di gioia e una punta di malinconia. Sarò sempre con loro e loro saranno sempre con me, anche se non potrò mai sfiorarli. Il potere delle storie è anche questo.

Al prossimo battito di cuore, draghetti ~

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