La fine dell'anno è quasi arrivata e so bene quanto questo 2016 possa essersi rivelato pesante e triste per alcune persone. Me compresa. È stata dura, è stato faticoso, ma ci siamo. Il 2017 sta arrivando e abbiamo l'occasione di ricominciare.
Ricominciare da noi.
Ho avuto modo di pensare negli ultimi mesi, così tanto che, come vi sarete accorti, ho smesso di aggiornare, nonostante le premesse. Ho pensato a quello che avevo conquistato o perso, a quello che desideravo, alle persone che volevo o non volevo accanto. E piano piano ho capito quali erano le cose a cui puntavo davvero, quelle più importanti, a cui non puoi rinunciare per sentirti vivo.
Volevo finire il mio libro, con tutta me stessa.
Ce l'ho fatta.
Volevo guarire dal problema di ormoni che mi è capitato dai primi mesi di questo anno.
Ce la sto facendo.
Volevo circondarmi di amici veri e dedicarmi a loro come loro si sono sempre dedicati a me.
L'ho fatto.
Ci sono tante altre cose conquistate o da conquistare, ma su due di esse vorrei soffermarmi.
Per anni ho sognato di potermi trasferire nella mia città del cuore, dove avrei potuto finalmente lavorare senza fare la pendolare e seguire tutti i corsi, le mostre e gli interessi che mi fanno stare bene. Per anni non ho potuto farlo e soltanto poco tempo fa mi sono accorta che la colpa non era di nessuno se non mia. Perché, quando trovavo una soluzione, facevo di tutto per trovare anche i problemi annessi. E le paure. Mi bloccavo. Fermavo tutto. Senza un motivo apparente.
Poi ho capito e ho deciso di cambiare rotta. Ho iniziato a cercare seriamente una casa, dopo aver davvero imposto a me stessa il trasferimento. Ci sarei andata, qualunque problema fosse sorto. Ero così presa dalla cosa che tutte le notti sognavo un possibile appartamento. Il mio desiderio era avere un grande terrazzo e uno specchio in camera. Lo so, sono stupidaggini, ma tant'è.
Beh, sapete cos'è accaduto? Quando sono andata a visitare la prima casa, ho trovato un grande specchio ad aspettarmi nel corridoio ed uno nel bagno, un letto esattamente come l'avevo immaginato e un terrazzo. Non uno qualsiasi. Quello che avevo sognato. Girava intorno alla casa, all'ultimo piano, circondato dalla natura e dal silenzio.
Allora mi sono resa conto che non si tratta di ciò che ci capita. Non si tratta degli altri, delle condizioni, del momento. Si tratta di noi. Siamo noi che decidiamo, che lasciamo potere alle nostre paure oppure le sconfiggiamo.
Qual è il punto?
Non lo so nemmeno io. Volevo soltanto condividere con voi questo pensiero, la volontà di vivere nel positivo e superare gli ostacoli. La vita mi ha messo alla prova e sono sicura che l'ha fatto anche con molti di voi, per cui sappiate che non siete soli. Come ha detto la madre di Holly nel film "P.s. I love you" che ho visto ieri, "Una cosa da ricordare: se siamo tutti soli, allora siamo insieme in questo".
Non lasciatevi abbattere, anzi, mi ci metto in mezzo, non lasciamoci abbattere. Andiamo avanti sapendo che possiamo fare qualsiasi cosa. Non importa quanto irraggiungibile sembri.
Termino dicendo che, questa volta per davvero, riprenderò in mano il blog. Dal nuovo anno non vi libererete di me. Aspettatevi le allegre narrazioni del trasloco, della creazione di nuove storie da scrivere o qualunque cosa mi venga in mente. Al mondo ci sono troppe cose belle per tenerle dentro e io sono una che condivide a costo di fare la figura della pazza. Ormai lo sapete, ahahah!
Vi auguro una felice fine dell'anno e vi lascio una riflessione di Will Smith tutta da assaporare. Ne ho tagliato i pezzi migliori. Credo sia perfettamente in linea con ciò di cui ho parlato nel post.
Vi adoro ♡
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"L’unica cosa che mi contraddistingue da molti altri è che non ho paura di morire su un tapis roulant. Puoi avere più talento di me, puoi essere più intelligente, ma se entrambi saliamo sul tapis roulant, è una delle due: tu molli prima o io ci lascio la pelle!
[...]
Il primo passo, prima che qualcun altro al mondo ci creda, è che devi crederci tu.
[...]
Essere realistici è la strada più frequente percorsa sulla via della mediocrità. Perché essere realistici? Per quale ragione? Riuscirò a farlo, l’istante in cui decido di farlo è già realizzato, dobbiamo soltanto aspettare che tutti siano in grado di vederlo. È irrealistico pensare di entrare in una stanza, premere l’interruttore e avere la luce, eppure Edison non la pensava così, per fortuna. È irrealistico pensare che le persone possano volare sull'oceano su un pezzo di metallo, eppure qualcuno non la pensava così.
Mi sembra una cosa talmente ridicola quella di adottare l’idea che è impossibile, che non succederà mai, che non è fattibile.
I nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre idee, i nostri sogni, si materializzano nell'universo. Se desideriamo qualcosa, se l’immaginiamo e ci impegniamo seriamente per ottenerla, quella è una sorta di spinta che esercitiamo sull'universo per realizzare quell'idea.
L’universo non ci prende in giro.
Se non lasciamo che il mondo, le persone, le situazioni, ci sottomettano, allora riusciremo a piegare l’universo. A domandare, a comandare, che l’universo diventi quel che vogliamo che sia."
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