Leggero e cupo

È una settimana che non scrivo qui sul blog.
Abituata ad aggiornare tutte le sere, un po' mi stranisce. Ma passerà, no?
Quello che posso dire è che in una settimana succedono tante cose e te ne accorgi quando ti siedi alla scrivania e le riporti alla mente per raccontarle.

Prima di tutto, ho finito un capitolo super impegnativo e il fatto che sia piaciuto alla mia beta reader più spietata mi dà speranza. Forse non fa così schifo come pensavo. Mi ha solo fatta impazzire. E sono rimasta sul vago per non scendere in una delle mie descrizioni apocalittiche.
Leggendo libri di altri, quasi non ti rendi conto di come le storie inizino in modo leggero, per poi incupirsi, soprattutto se si tratta di una guerra che inizia pian piano o alla quale il protagonista non partecipa da subito. Si parte dal raccontare chi sono le persone con cui vivremo a stretto contatto per quelle 400/500 pagine, per poi fargliene passare di tutti i colori. Quando si scrive, questa cosa è evidente, come se ogni tasto diventasse mano a mano più pesante, parola dopo parola. 
So che i personaggi vengono guidati dalle mie dita, ma nonostante ciò è come se suggerissero loro stessi cosa scrivere, come se non fossi io creare i loro pensieri, ma fossero loro stessi a trasmettermeli, permettendomi di riportarli su carta. È un ragionamento un po' contorto, me ne rendo conto, scusate. Il solito flusso di pensiero che non mi abbandona mai u.u

Insomma, sono soddisfatta di come sta andando e non ho la minima intenzione di fermarmi. Più si avvicina la fine dell'anno, più dovrebbe aumentare l'ansia, invece no. Mi sento elettrizzata. Anche se magari non finirò esattamente nel 2015, so che il traguardo è a due passi. Lo so, perché lo vedo.

Alla prossima settimana, draghetti!

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