Ennesima giornata passata sui libri. Con molto piacere, aggiungerei (a parte la stanchezza allucinante). Non un momento di pausa, a parte uno piccolo piccolo in cui ho scavato in uno scaffale della libreria, trovando un libro sui miti.
E cosa mi ha suggerito? Ovvio: l'argomento di cui andremo a trattare oggi, cioè... le arpie.
Ne avrete sentito parlare, soprattutto chi ha fatto studi classici. Vengono citate nell'Odissea e nell'Eneide, ad esempio, nella Divina Commedia, nell'Orlando furioso.
Ne riporto qualche citazione:
dalla Divina Commedia, If, XIII, 13-15
"[...] ali hanno late, e colli e visi umani, piè con artigli, e pennato 'l gran ventre; fanno lamenti in su alberi strani [...]"
dall'Odissea, XX, 77-78
"[...] ecco che le fanciulle le Arpie rapirono in aria,
e in balia delle Erinni odiose le diedero."
dall'Eneide, III, 354-358
"[...] Strofadi grecamente nominate
Son certe isole in mezzo al grande Jonio,
Da la fera Celeno e da quell'altre
Rapaci e lorde sue compagne arpie
Fin d'allora abitate [...]"
dall'Eneide, III, 361-368
"[...] altro di queste
più sozzo mostro, altra più dira peste
da le tartaree grotte unqua non venne.
Sembran vergini a' volti, uccegli e cagne
a l'altre sembra; hanno di ventre un fedo
profluvio, ond'è la piuma intrisa ed irta,
le man d'artigli armate, il collo smunto,
la faccia per la fame e per la rabbia pallida sempre, e raggrinzita e magra [...]"
dall'Orlando furioso, XXXIII, 120
"[...] erano sette in una schera, e tutte
volto di donne avean pallide e smorte,
per lunga fame attenuate e asciutte
orribili a veder più che la morte:
l'alaccie grandi avean deformi e brutte,
le man rapaci, e l'ugne incurve e torte;
grande e fetido il ventre, e lunga coda
come di serpe che s'aggira e snoda [...]"
Nella mitologia greca, le arpie erano mostri alati rappresentati con il volto femminile e il corpo di volatile. Sono figlie di Taumante e della ninfa oceanina Elettra, e sono sorelle di Iris, personificazione dell'arcobaleno e messaggera degli Dèi. Queste creature mostruose impersonificavano la furia dei venti marini.
I loro nomi erano: Podarge, Aello, Ocipite, Tiella e Celeno anche se, nelle varie storie legate alle Arpie, alcuni autori riportano solo i nomi di Aello - la tempestosa, Ocipite - la rapida in volo e Celeno - l'oscura.
Il nome arpia deriva dal grecoarpazo, ovvero ghermire, rapire, e il suo significato letterale potrebbe dunque essere "colei che porta via".
E' infatti questo il compito affidato da Zeus alle due arpie, Aella e Ocipite, quale parte della punizione da lui inflitta al re della Tracia Fineo, reo di svelare troppo di ciò che scopriva grazie al suo dono della profezia. Dopo averlo accecato, il padre degli Dèi lo confinò su un'isola fornendogli un ricco banchetto al quale, tuttavia, era impossibilitato ad accedere: ogni volta che vi si avvicinava, le arpie giungevano dal cielo a portargli via il cibo.
Posero fine al tormento gli Argonauti, guidati da Giasone, più precisamente Zete e Calaide, figli di Boreo, il Vento del Nord, e come tali in grado di volare. Essi inseguirono le arpie e le misero in fuga senza però far loro del male, nel rispetto di una richiesta di Iris.
Come la dea aveva promesso, le arpie non tornarono più a infastidire il Re indovino, che per riconoscenza rivelò a Giasone il sistema per attraversare le terribili rocce semoventi del Bosforo.
Interessante, vero? Nonostante siano delle creature negative, le leggende su di loro sono bellissime, almeno secondo il mio modesto parere. Spero vi sia piaciuto il piccolo excursus sull'argomento.