Un amico per la vita

"Tu. Cosa credevi di fare? Ti sei quasi fatto uccidere. Non ti avevo detto che saresti stato un peso? Che non saresti sopravvissuto alle Terre Selvagge? Che non c'è posto per te tra noi? ... Non mi sono mai sbagliato tanto in vita mia."
Riconoscete questa citazione? Se sì, vi renderete conto di che momento è stato. Meraviglioso, uno dei miei preferiti fra Bilbo e Thorin

Ho scritto questo, per introdurre l'argomento di oggi: il legame tra i personaggi. Nello specifico, l'amicizia.

Lo so che sembra banale, ma fidatevi se vi dico che, per uno scrittore che tenta di dare un senso alle scelte dei propri pg, e soffre con loro, non lo è affatto. Io stessa mi affeziono così tanto e vivo talmente i momenti che vado a narrare, da esserne completamente immersa, fino ad affogarci, a volte in lacrime. Ok, magari sono un'eccezione (o una pazza), ma il blog è mio, quindi parlerò della mia esperienza. Non potrei esimermi dal farlo.

Che dire, riuscire a scrivere scene come quella fra Thorin e Bilbo sarebbe il coronamento di un sogno. E non voglio citarvi quella della morte di Boromir, che è meglio. E' evidente che, per emozionarsi, non c'è bisogno della storia d'amore sdolcinata.
Ci sono legami affettivi che vanno oltre, che ti distruggono nella loro semplice e disarmante profondità. Legami in cui basta uno sguardo per capirsi. Ho sempre pensato che spesso si sottovaluti l'amicizia. Ormai, con l'avvento di facebook, si chiama "amico" chiunque. Non è così. Un amico, un vero amico, è qualcuno a cui si può affidare la propria vita e il proprio destino senza avere il minimo dubbio al riguardo. Un amico è una parte della propria anima. 
Rientrando nel discorso fantasy, la cosa è ancora più accentuata. Valori come l'onore e il rispetto sono importanti, tanto che dare la propria parola equivale a firmare un contratto. Perciò chiamare qualcuno amico, compagno, significa legare i due personaggi indissolubilmente, significa che, in battaglia, si copriranno le spalle a vicenda, fino alla morte. 

Ecco, amo i legami di questo tipo. E cerco di scriverne, con tutta me stessa. Nel mio libro, due personaggi in particolare sono legati da sentimenti simili e ho sempre il terrore di non aver fatto capire abbastanza, di non aver mostrato ciò che hanno nel cuore, ciò che sentono l'uno per l'altro. Lo so che sembra una cosa sdolcinata, ma non lo è. Trovo piuttosto difficile spiegarlo fuori dalle pagine della mia storia.
Quando racconto è come se venissi trasportata dalle loro stesse emozioni, entrando nella loro vita e camminando al loro fianco, per poi appuntare ciò che vedo. Magari, per farvi capire cosa intendo, potrei postare un esempio, un breve frammento, ma so che non sarebbe abbastanza. Per comprendere, dovreste conoscere i personaggi, vivere le avventure che li hanno cambiati, scoprire il loro passato e poi, forse, riuscireste a vedere ciò che vedo io. Riuscireste a capire il perché di ogni singola scelta. 

Wow, quando ho iniziato questo post non pensavo di perdermi in discorsi del genere. Parlare dei sentimenti è sempre complicato e finisco per fare una confusione allucinante. Romanzare il tutto mi semplifica le cose. In fondo, è anche per questo che scrivo: mi aiuta a conoscere me stessa. E spero che, un giorno, possiate comprendere ciò di cui parlo. Un giorno, leggendo qualcosa di mio, tornerete qui e finalmente capirete di cosa blateravo con tanto trasporto.
Per adesso, però, chiudo il discorso, rimandandolo a più avanti. Non c'è alcuna fretta.

Al prossimo viaggio, draghetti.

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