L'età dei personaggi

Io amo la cioccolata. E adoro il cocco. 
E mia mamma ha messo nella calza un Bounty, senza sapere che finirò come Gollum, piegata su me stessa a ripetere: "Il mio tesssssoro!". Il bello è che non sono golosa di dolci, ci sono solo due o tre cose che mi fanno impazzire, ma mettetemele davanti ed è finita.

Bene, dopo questa rivelazione sconvolgente (?), passiamo al punto di oggi: l'età dei personaggi

Nell'ultimo libro che ho letto, la protagonista aveva sedici anni. Nel penultimo? Idem. E in quello ancora prima? No, in quello ne aveva diciassette. Una differenza sostanziale.
Ora, la mia domanda è questa: possibile che così tanti scrittori provino divertimento a raccontare di ragazzini in piena crisi adolescenziale? Non che sia una scelta sbagliata, ma ogni storia ha bisogno del personaggio giusto. Non potete crearmi un fantasy sulle spalle della bimbetta dai capelli rossi di turno (perché ora vanno di moda), che salva il mondo dal cattivone millenario dal potere megagalattico, e pretendere che appaia verosimile. Non lo è, neanche lontanamente. 

Ovviamente non sto facendo di tutta l'erba un fascio, lungi da me. Mi limito a dire la mia su una costante degli ultimi tempi. 

Posso capire che, in un libro ambientato nel nostro mondo, si abbia bisogno di un'atmosfera liceale per far filare le cose. Benissimo. Ma in un fantasy si ha tanta di quella libertà che non riesco davvero a capacitarmi di determinate scelte. E ho un esempio bello pronto nel cassetto.
Abbiamo la protagonista: carina, con un quoziente intellettivo che farebbe a gara con quello di Regina George di Mean girls e piena di sé al punto da credere di camminare ad un palmo da terra, le capita una disgrazia, è costretta a combattere, fugge dalla sua vecchia vita (il tutto nel giro di un mese, se va bene); incontra il fighetto di turno che, guarda caso, l'avrà salvata o sarà un eroe alla Robin Hood, bello, spavaldo, Damon Salvatore. Che approccio avrà nei suoi confronti? Quello da romanzetto rosa, com'è "giusto" che sia per una ragazza di quell'età. Stiamo parlando di due sconosciuti che s'incontrano e che insieme non arrivano all'età di Frodo Baggins quando parte per la sua avventura. Quale profondità volete che ci sia nel loro rapporto? E invece l'autore ce la mette, facendoli comportare come se avessero una lunga vita alle spalle e capissero i sentimenti come nessun altro. 
Solo a me suona un tantinello ridicolo? Tutto questo potrebbe risolversi semplicemente alzando un po' l'età dei personaggi. Fateli ventenni, che ne so! Tanto l'età la direte sì e no mezza volta nel libro, ma almeno sarete liberi di costruire su di loro una storia che sia verosimile e matura senza scadere nel ridicolo. 

Per i combattimenti? Stesso discorso. Bambinetti che vengono addestrati per tre mesi e sono in grado di battere un soldato nel fiore dell'età, alto trenta centimetri più di loro e abituato alla guerra. Eh, certo! 

C'è un'enorme differenza tra un personaggio di quindici anni e uno di venti. Enorme. Soprattutto in un mondo come quello fantasy, in cui si cresce in fretta. O almeno, io l'ho sempre vista così. 
Inoltre ho sempre pensato che i rapporti tra i personaggi vadano studiati con attenzione. Il legame tra due pg che si conoscono dall'infanzia, sarà diverso da quello di due che si incontrano durante la storia. Il modo in cui si comportano fra loro, le cose che scelgono di dirsi, la maniera in cui lo fanno. Sono piccoli accorgimenti che creano le fondamenta per una storia da ricordare. 
Per quanto maturo, un ragazzino di quindici o sedici anni non ha i mezzi per sostenere alcuni pezzi del puzzle. Ogni età ha le sue caratteristiche, bisogna solo saperle sfruttare e la storia andrà avanti da sola. Se ben costruito e circondato dall'atmosfera giusta, un pg molto giovane potrebbe essere un grande protagonista. E ci sono testimonianze di questo nella storia del fantasy.

Insomma, per concludere il papiro, vi chiedo cosa ne pensate e vi dico anche che, no, la mia protagonista non avrà sedici anni. E' stata la prima cosa che ho deciso quando ho iniziato a scrivere.
Volevo che fosse giovane, ma non troppo. Ci sono cose che voglio raccontare e che hanno bisogno di un'età in cui il mondo sembri ancora un posto meraviglioso, ma anche pieno di pericoli. Un'età in cui si possa fare una scelta sulla base del proprio carattere impulsivo, ma anche tornare sui propri passi grazie alla maturità. Un'età in cui sai chi sei, ma non chi sarai. E tra le due cose, c'è tutta la differenza del mondo.

Alla prossima, draghetti.

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